...c'è qualcosa che mi sfugge.
Sono seduto su un seggiolino di una seggiovia triposto, lento risalgo verso la sommità dell'alpe del Nevegal. Le punte dei larici scorrono accanto, il dondolare ritmico della fune dell'impianto, quasi mi assopisce, il mondo scorre attorno... intanto c'è qualcosa che mi sfugge. Perchè questa mattina sono venuto quassù con la bike da discesa? Perchè non lascio perdere tutto e ritorno a casa? Dopo la prima discesa, come ogni volta, mi faccio sempre la stessa domanda, ma chi me lo fa fare? perchè ho preso quella bike così costosa, con un pacchetto di sospensioni così evolute e altamente efficaci?
Ho rischiato grosso, al primo giro, sono rigido e impacciato, la ruota anteriore schizza via come un'anguilla. Perchè mi sono cacciato in questa storia? Non ho più voglia di rischiare, perchè non risalgo in macchina e me ne vado? Questo me lo chiedo ogni volta che giro con quei pazzi del freeride NE.
Poi il sole scalda l'aria, il corpo prende il ritmo giusto, le mani lavorano come si deve, il cervello le segue, tutto sorride... poi arrivi in cima e si decide di fare la mitica dh. Il Maci conduce, vedo uno spiraglio e mi ci infilo, lo seguo a ruota, avere qualcuno di tosto davanti aiuta, due curve veloci sul pratone della pista, un leggero scalino, un avvallamento, compressine e doppio, le ruote si staccano da terra; acciderbolina non mi ricordo che lo scorso anno riuscissi a sollevarmi... un dosso e anche in quel caso mi fiondo in aria senza accorgermi, poi i gradoni e il traverso, ora ci si ferma al bordo della pista, sosta e si aspetta gli altri. Si riparte, ma ora il Maci mi lascia passare, dice che sono veloce, rientro nel bosco per la variante, ora sono di nuovo sulla pista, non mi fermo, con la coda dell'occhio guardo se ho qualcuno dietro, vedo qualcuno... senza pensare, ora c'è la pietraia, mi ci infilo come un caccia, il ritmo è serrato, la forca affonda generosa, cerco di non perdere velocità, passo accanto al pilone della seggiovia e il rumore di vibrazione della fune mi fa credere di avere qualcuno dietro, mollo tutto, ma oramai sono sulla strada, rallento mi fermo... non vedo nessuno, passano molti secondi prima di sentire e poi vedere qualcuno arrivare... sosta, poi si riparte, mi ritrovo sempre a condurre, breve tratto nel boschetto, poi si attraversa la pista, ancora breve tratto di raccordo nel sottobosco, pista e ancora bosco, radici, sassi e scalini, ancora sassi e radici... finisce il bosco, sono fuori, mi accosto a destra e mi fermo, cavoli se è dura... penso.
Poi arriva il maestro Kaio, si ferma e mi dice: la mia bici è fantastica, si mangia tutto, ma cavoli ho provato starti a ruota, ma vai troppo veloce.
Che strano, sulla faccia, sotto al casco, mi si è stampato un sorriso ebete... poi ho pensato, forse è per questo che questa mattina sono salito in questo posto con la mia bike...
... siam ripartiti, ma sono rimasto ultimo, forse per godermi il momento, forse perchè è bene non esagerare...
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